LA RADIO DELLA NUOVA RESISTENZA

Progetto di RICERCA-AZIONE
maieutica,trasformazioni nella crescita


Il video-documento “La Radio della nuova Resistenza” nasce all’interno della ricerca azione nazionale e internazionale e racconta la storia della prima radio libera d’Italia che nel marzo del 1970, per sole 26 ore, fu attiva a Partinico, in Sicilia in un territorio che solo due anni prima era stato devastato da un violento terremoto. La radio è stato un chiaro esempio di mobilitazione e di presa di coscienza della società civile nonché di precisa costituzione di un bene pubblico; L’impegno di Dolci e dei suoi collaboratori pertanto deve essere inteso in primo luogo come fondamentale processo di costruzione della società civile. Nelle intenzioni dell’Associazione Il limone lunare, il documentario deve diventare una partenza per riaprire la riflessione collettiva sul significato e il valore delle lotte sociali non violente, passate e presenti a partire dalla scuola, luogo dove sempre più vitale diventa comunicare la memoria non solo come “ricordo”, ma come spunto di un rinnovato impegno di cittadinanza attiva. Per Dolci non si trattava solo di dare voce alle “fragilità” sociali ma di articolare, attraverso la “domanda maieutica”, un discorso sul senso e il contenuto dei diritti, tenendo ben presente che la riduzione e lo svuotamento dei diritti colpisce tutti, non solo quelli che ne sono esplicitamente vittime. Il progetto si sviluppa su due piani interconnessi: da un lato lo studio teorico e l’approfondimento dei contributi su questo tema, dall’altro un agire concreto e comunicativo ad esso strettamente legato. Attraverso una visione planetaria e una “sociologia dal basso” si intende costituire e rafforzare comunità pensanti e attive in termini di contesto educante. L’obiettivo della ricerca-azione è quello di rendere visibile il ruolo della scuola come osservatorio dell’urgenza sociale, attraverso l’identificazione di adeguati strumenti di comunicazione. In questo momento di uso e abuso di vecchi e nuovi mezzi d'informazione è necessario riconoscere e trovare un “lessico minimo” condivisibile tra luoghi, ambiti della conoscenza e generazioni. Le buone pratiche sono fatte di persone, di luoghi, di idee: sono quindi, al tempo stesso, materiali ed immateriali e proprio per questo non possono essere statiche. La contaminazione tra le persone, gli spazi e i linguaggi materiali e immateriali, il ri-conoscimento di vecchi e nuovi attori sociali, la condivisione dell’esperienza, la relazione tra le alterità sono gli elementi che compongono la nostra ricerca-azione.

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